martedì 4 dicembre 2012

Musica: Calexico – Algiers ( 2012) – recensione a malincuore.




Dopo qualche anno di silenzio, una delle più importanti band dello scenario alt-country ( definizione limitante e forse inesatta)  torna a pubblicare un album. Il disco parte in sordina con un pezzo incerto, e così continua arrancando fino a quando non arriva la traccia che da il titolo all’album, che ci permette di ascoltare finalmente un pezzo accattivante. Non si spazia dal tex-mex al jazz, passando per la psichedelia, con la disinvoltura raggiunta dai Calexico in Fist of wire, pietra miliare, insieme all’energico Hot rail, della loro carriera musicale. Non è dunque un album di ricerca e sperimentazione, piuttosto un blando ricalco delle sonorità a cui ci hanno abituato negli anni, dalle ballate soft a qualche arpeggio un po’ più cupo e intimistico, dimenticando il pathos e l’energia che hanno sempre fatto da ingredienti base dei loro dischi;  Algiers sembra essere la naturale prosecuzione del precedente lavoro,  Carried to dust, ma purtroppo non ne è all’altezza dal punto di vista qualitativo. Non compratelo ma comprate assolutamente gli altri album se non li avete ancora ascoltati.

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